ABITANTI
La sezione Abitanti comprende epigrafi funerarie riferite in maggioranza a liberti, cioè ex schiavi liberati, provenienti soprattutto dal territorio di Alba Fucens e da quello di Marruvium (non solo da S. Benedetto, ma anche da Pescina, Lecce dei Marsi e Ortona).
L’alto numero di errori di scrittura che si riscontra in molte iscrizioni è segno di una scarsa alfabetizzazione, sia per i committenti che per gli artigiani esecutori: in qualche caso si potrebbe perfino sospettare che lo scalpellino copiasse meccanicamente il modello senza capirlo, essendo egli stesso analfabeta. Normalmente il dedicante indica il rapporto che lo lega al defunto, per lo più con l’aggiunta di un epiteto secondo stereotipi cristallizzati nell’uso (‘carissimo’, ‘dolcissimo’) di un inflazionatissimo riconoscimento di merito, spesso precisando l’età del defunto al momento della morte o, nel caso di coniugi, la durata della vita coniugale. Non è insolito trovare precise indicazioni su chi potrà utilizzare la tomba tra i discendenti, ma si trova anche chi precisa ‘questo monumento sepolcrale non passerà agli eredi’, tradendo così la preoccupazione del liberto che, costretto ad avere come erede il proprio ex padrone, vuole evitare che costui possa disporre anche della sua tomba e introdurvi estranei.
BAMBINI
1 – Stele funeraria in calcare con culmine centinato e pseudoacroteri
angolari.
II sec. d.C. (via Valeria – Alba Fucens)
D(is) M(anibus). C(aio) A[e]dio Felicissimo qui v(ixit) a(nnum) I, m(enses) VIII, C(aius) <A>edius Felix et Sextuleia Salutaris filio dulcis<si-> mo et Sextuleis sic Fortun<a>te et Lap<p>iae sic parentibus {a}eius posterisque suis p(osuerunt).
«(Questo sepolcro è) consacrato agli dei Mani. A Gaio Edio
Felicissimo, vissuto un anno e otto mesi. (I genitori adottivi?)
Gaio Edio Felice e Sestuleia Salutare posero a lui, figlio dolcissimo,
nonché ai genitori di lui, Sestuleio Fortunato e Lappia, e ai propri
discendenti»
I RAGAZZI E I GIOVANI
2 – Stele in calcare mutila del culmine. I-II sec. d.C.
(via Valeria – Alba Fucens)
Domitiae Marcianae
quae
vixit ann(os) II, mens(es)
V, et Marciae Marcianae
sorori eius
quae vixit ann(os) XVI, m(enses) II,
Domitius December et
Marcia Amor parentes
infelicissimi p(osuerunt)
«A Domizia Marciana, vissuta 2 anni e 5 mesi, e a sua sorella
Marcia Marciana, vissuta 16 anni e 2 mesi, posero gli infelicissimi
genitori Domizio Dicembre e Marcia Amore»
3 – Tabula di marmo ricomposta da due pezzi.
Caratteri del I sec. d.C. (Alba Fucens)
C(aio) Márcio Nomio
vixit annos XXI
C(aius) Március Rústicus
filio piissimo et
Marciae Parúsiae coniugi
sanctissimae sibi
posterisque suis.
«A Gaio Marcio Nomio, vissuto 21 anno. Gaio Marcio Rustico pose
per lui, figlio devotissimo, per Marcia Parusia, moglie irreprensibile,
per se stesso e per i propri discendenti»
4 – Blocco di calcare, originariamente inserito in un muro, con
iscrizione entro cornice. Caratteri di II-III sec. d.C. (Avezzano).
Sestuleius Ametyssianus et P- sic
lotia Iustina Sestuleio Ametysto
filio posuerum qui vix{x}it sic
annos XXV me(n)s{s}es VIII b(ene) m(erenti) p(osuerunt) b(ene)
m(erenti)
«Sestuleio Ametistiano e Plozia Giustina posero al figlio Sestuleio
Ametisto, vissuto 25 anni e 8 mesi, che ben lo meritava»
MARITO E MOGLIE
5 – Cippo funerario in calcare, in due pezzi accostati, mutilo in
alto. II-III sec. d.C. (via Valeria – Alba Fucens)
[- – – – – – – -]
Iust[ae]
rariss[i]mae
feminae
L(ucius) Subocrinus
Marcianus
maritus
b(ene) m(erenti) p(osuit)
«A… Giusta, donna rarissima, che ben lo meritava, il marito Lucio
Subocrino pose»
6 – Stele funeraria in calcare, con culmine centinato e pseudoacroteri
angolari. II sec. d.C. (Alba Fucens)
D(is) M(anibus) s(acrum).
Verniae Pocill(
a)e Nobilis coniugi
b(ene) m(erenti)
p(osuit)
«(Questo sepolcro è) consacrato agli dei Mani. Alla moglie Vernia
Pocilla, che ben lo meritava, pose Nobile»