IL FUCINO OGGI

IL FUCINO OGGI

Il prosciugamento e l’imponente bonifica realizzata da Torlonia modificarono totalmente il paesaggio e il sistema produttivo della Marsica.
Se ancora oggi è possibile continuare a sfruttare la piana del Fucino, lo si deve al complesso sistema di opere idrauliche che continuano a far defluire le acque attraverso il canale di scolo.
Lo svuotamento del lago permise di mettere a coltura circa 16.500 ettari di terreno fertile e pianeggiante.
Le conseguenze sulla geografia umana furono di notevole importanza: si modificarono gli assetti gravitazionali, che iniziarono ad orientarsi verso Sulmona, Chieti, la futura Pescara e l’esterno regionale abruzzese. Si verificarono fenomeni di spopolamento dei centri abitati delle aree più elevate a relativo vantaggio di quelli di fondovalle, dove corre il fascio infrastrutturale
costituito dalla Valeria, dalla ferrovia e poi dalle autostrade. Furono maggiormente beneficiati i centri disposti attorno alle rive del lago, prima tra tutti Avezzano, sede dell’Amministrazione Torlonia, che si avvierà ad essere il centro direzionale dell’intera nuova Marsica post-torloniana.
La rivoluzione agricola del Fucino, non portò solo all’ incremento della disponibilità di suolo coltivabile, ma principalmente all’adozione di nuovi ordinamenti colturali, passando dalle primitive colture intensive della patata e della barbabietola alle colture orticole dei nostri giorni, orientate al mercato e al legame con le attività di trasformazione industriale, della stessa produzione primaria, prima tra tutte lo Zuccherificio. La gestione della terre adottata da Torlonia ha provocato una situazione insostenibile per i ceti medio bassi, risolti in parte nel 1951 con la riforma fondiaria e la costituzione di un Ente delegato alla regolarizzazione della divisione dei fondi e al miglioramento delle tecniche agricole.
L’uso di concimi chimici, diserbanti e pesticidi ha generato fenomeni di inquinamento del suolo e delle acque dei canali e una perdita di qualità dei prodotti locali.
Oggi la produzione è orientata verso metodologie ecosostenibili: l’impegno diretto a garantire una maggiore qualità dei prodotti è testimoniato dal riconoscimento IGP (indicazione geografica protetta) conferito alla Carota dell’altopiano del Fucino e dall’esportazione dei prodotti su scala internazionale.

Lo sviluppo agro-industriale comportò un consistente aumento demografico: la disponibilità di nuove terre e le ricostruzione post terremoto provocò una forte immigrazione. I flussi di capitale circolante vennero investiti in attività urbane, che si concentravano in Avezzano, il ben noto meccanismo di cumulazione circolare portò alla nascita di un polo industriale differenziato, che attualmente ospita anche produzioni ad alta tecnologia, come Telespazio, attratte dalla particolare situazione geo-morfologica della piana del Fucino.
Un posto rilevante nell’economia marsicana è detenuto dall’industrializzazione, con una rete costituita soprattutto da piccole e medie imprese, distribuite su tutto il territorio, che sono impegnate nei più diversi campi della produttività, dalla trasformazione dei prodotti agricoli locali al metalmeccanico fino alla produzione di carta, esportata anche in America Latina.
Per gli ecosistemi del Fucino, evoluti in centinaia di migliaia di anni, il prosciugamento del lago e le conseguenti variazioni climatiche, evolute in un clima di tipo continentale, hanno stravolto diversi micro-ambienti, modificando la biodiversità e cancellando quasi completamente specie
vegetali e animali. Anche alcune colture come la vite, l’olivo, il fico sono scomparse, e quella del mandorlo si è drasticamente ridotta.
Gli habitat e le specie ancora presenti sopravvivono solo in alcune zone, come il laghetto di Ortucchio, che hanno conservato un microclima simile a quello generato dal lago.
L’istituzione del Parco Nazionale d’Abruzzo, del Parco Regionale Sirente Velino e delle due Riserve Naturali Regionali del Monte Salviano (Avezzano) e di Zompo lo Schioppo (Morino) ha permesso la tutela di vegetazione e specie animali altrimenti a rischio, come l’orso marsicano, il camoscio d’Abruzzo, il lupo, il cervo e l’aquila reale.