IL BACINO DEL PLEISTOCENE SUPERIORE E DELL’OLOCENE

IL BACINO DEL PLEISTOCENE SUPERIORE E DELL’OLOCENE

Il bacino del Pleistocene superiore e dell’Olocene

Le conoscenze, per quanto concerne la parte più recente dell’evoluzione geologica, riguardano in realtà gli ultimi 30.000 anni1, grazie alle dettagliate indagini che Carlo Giraudi condusse nell’ultimo ventennio dello scorso secolo. Le indicazioni geologiche evidenziano che il bacino del Fucino, a questo punto della sua storia, non doveva essere significativamente diverso da quello attuale. In pratica, nel corso degli ultimi millenni, le variazioni più significative hanno riguardato il livello di stazionamento delle acque del lago.
Le indagini geomorfologiche permisero di individuare:
I. forme di accumulo corrispondenti al tetto di successioni di depositi lacustri o di conoidi fluviali e fluvioglaciali, alla fascia detritica di raccordo lungo i margini del bacino, alla depressione del lago storico;
II. forme di erosione, vale a dire piattaforme di abrasione lacustre scolpite su calcari o su sedimenti alluvionali e lacustri e i cosiddetti “glacis” di erosione, ampie superfici dovute a processi erosivi areali connessi con la circolazione idrica superficiale.
Tra le forme di accumulo, si segnala la Spianata di Pescina, una ristretta fascia lungo il margine orientale del bacino, a quota compresa tra 685 e 725 metri, a ridosso della Strada Regionale Marsicana, da poco più di un chilometro a sud del bivio per Collarmele fino a Pescina. Poiché questa superficie di accumulo sottende sedimenti prevalentemente ghiaiosi di facies lacustre litorale, attribuibili a 30.000-18.000 anni fa, la formazione della spianata fu riferita a 20.000-18.000 anni fa, cioè a un periodo di alto stazionamento del livello lacustre.
Tra le forme di accumulo più evidenti, sono da ricordare le conoidi alluvionali, in particolare quelle di Valle Solegara e della Vallelonga (su cui in parte è edificato Trasacco) e quelle di dimensioni minori del Rio La Foce (Celano) e della valle di Lecce nei Marsi, formatesi dopo l’Ultimo Massimo Glaciale.
La forma di erosione più evidente è certamente il “glacis” Pescina-San Benedetto, che si rinviene in un’ampia fascia all’incirca compresa tra un’area poco a monte della Strada Circonfucense e la base dei rilievi su cui sorgono Aielli Stazione, Cerchio e Collarmele e, più a sud, nel settore tra San Benedetto dei Marsi e Pescina. La sua formazione deve essere avvenuta in condizioni di acque sensibilmente più basse di quelle di circa 20.000 anni fa, prima di 7.500-6.500 anni fa.
Per quanto concerne l’alveo del lago storico, la stratigrafia dei sedimenti lacustri è stata resa possibile da numerosi scavi realizzati nel corso degli anni Novanta, per la posa in opera di tubature o per scopi geognostici a fini scientifici. I vari sedimenti, generalmente limi argillosi, argille limose e più raramente limi sabbiosi e sabbie fini sono stati suddivisi in quattro “complessi”, rispettivamente con cronologia compresa tra 27.000 e 7.000 anni fa (“Complesso I”), tra 7.000 e 4.000 anni fa (“Complesso II”), tra l’età del Bronzo e il prosciugamento di età romana (“Complesso III”) e tra la nuova ingressione lacustre post-bonifica romana e il prosciugamento Torlonia (“Complesso IV”).
Particolarmente significativo, nel Complesso I, il rinvenimento di una superficie di erosione ubiquitaria (a parte il settore più depresso del lago) impostata su argille caratterizzate da intensa colorazione giallo-arancio, soprastanti a limi organici che hanno fornito l’età radiocarbonio 12.100±50 B.P.2 e sottostanti a sedimenti che hanno fornito un’età radiocarbonio pari a 10.790±110 B.P. Questo livello argilloso segna un basso stazionamento delle acque lacustri al passaggio tra Pleistocene superiore e Olocene. In pratica, per ragioni climatiche, il lago era limitato a un settore forse di poco più ampio dell’attuale Bacinetto.
Quindi, il quadro delle conoscenze geomorfologiche e stratigrafiche del Pleistocene superiore e dell’Olocene consente di delineare con sufficiente precisione l’andamento del livello lacustre negli ultimi 30.000 anni circa. Oltre ai citati alto stazionamento di circa 20.000 anni fa e basso stazionamento, che caratterizzò il passaggio tra Pleistocene superiore e Olocene e i primi millenni dell’Olocene, si possono ricordare un ulteriore significativo alto stazionamento intorno a 15.000 anni fa, nonché l’evidente basso stazionamento di età compresa tra circa 4.000 e 3.000 anni fa.

1 Quindi, informazioni geologiche sono disponibili soltanto su parte del Pleistocene superiore.
2 B.P. è convenzionalmente usato nelle età numeriche e sta per “before the present”, potrebbe essere traducibile con “prima del tempo presente”, cioè “anni fa”.
Sempre per convenzione, il computo dell’età viene effettuato a partire dall’anno 1950.