CULTI

CULTI

Tra i culti documentati spicca quello di Ercole, certamente il più popolare in tutto il mondo italico fin dalla fase dell’indipendenza.
Quello di Flora era un culto molto vivo tra le popolazioni italiche dell’Appennino centrale, dove il mese di luglio era detto localmente ‘mese di Flora’.
Bisogna però aggiungere che, almeno a Roma, le sue feste avevano un carattere che potremmo definire a luci rosse, poiché prevedevano l’esibizione di prostitute e perfino spogliarelli.
Un culto del dio Fucino è documentato fin dagli ultimi decenni del III secolo a.C. epoca a cui risale un piccolo altare votivo da Trasacco (CIL, IX, 3847 = I2, 389). L’iscrizione riporta semplicemente i nomi dei tre dedicanti, il nome del dio e l’oggetto della dedica, sottintendendo il verbo.
Questo culto locale ebbe una straordinaria continuità, resistendo anche alla realizzazione, sotto Claudio e Adriano, del grande emissario antico che ridusse drasticamente la superficie del lago.
A Marruvium è documentato il culto della Bona dea, riservato alle donne, con rituali segreti e l’obbligo di non rivelare agli uomini neppure il vero nome della dea, che doveva assolutamente rimanere segreto.


 

27 – Base di donario in calcare. Prima metà del I sec. a.C. (Avezzano)

Herculei d(onum) [d(ederunt)]
milites Africa[nis]
[C]aecilianis.
Mag(ister) curavit
C(aius) Saltorius C(ai) f(ilius).
«Dettero in dono ad Ercole i soldati africani di Cecilio (Metello Pio).
Curò la dedica, come presidente (del loro collegio), Gaio Saltorio,
figlio di Gaio (Saltorio)».

 

28 – Meridiana (horologium) frammentaria in calcare
I sec. a.C. – I d.C. (acquedotto consorziale Luco-Trasacco)

29 – Stele funeraria in calcare in due pezzi riuniti.
II-III sec. d.C. (via Valeria – Alba Fucens)

L(ucio) Septimio
Philadespo- sic
td pro suis sic
meritis et
floralibus cipp(us)
p(ositus).
«A Lucio Settimio Filodespoto è stato posto questo cippo per i
suoi meriti e per le feste di Flora (da lui curate)».


 

30 – Vaso di marmo di forma troncoconica con piede e labbro
aggettanti. I sec. d.C. (San Benedetto dei Marsi)
Bonae
Diae sic
Aponia
Clara.
«Aponia Clara (ha offerto) a Bona Dea».

31 – Due blocchi in calcare, combacianti, originariamente inseriti
nella muratura di una tomba.
Fine del I sec. a.C. (via Valeria – Alba Fucens)

P(ublius) Pilienus L(ucii) l(ibertus) Philonicus,
P(ublius) Pilienus P(ublii) l(ibertus) Hermaphilus
haruspex.
«(Qui giacciono) Publio Pilieno Filonico, liberto di Lucio (Pilieno),
e Publio Pilieno Ermafilo, liberto di Publio (Pilieno), aruspice».

45 – Ara funeraria in calcare (Alba Fucens)

Sul listello superiore
D(is) hedera M(anibus) hedera S(acrum)
Sul fusto
M(arco). Allidio.
Primigenian
o q(ui). v(ixit). a(nnos). LXVIII
M(arcus) Allidius
Sacro agli Dei Mani. A Marco Allidio primigeniano che visse 68
anni.


 

46 – Stele funeraria in calcare (Villavallelonga)

(P)omponaeus. Q(uinti). f(ilius). Gibba. v(ixit). a(nnos). XXXIII
Sui pilastri
Ex tes(tamento)
Pomponeo Gibba, figlio di Quinto, visse 33 anni. Per testamento.

47 – Altare del Dio Fucino

St(atios) Staiedi(os)
V(ibios) Salviedi(os)
Pe(tro) Pagio(s)
Foug(i)no
aram.
«Stazio Staiedio, Vibio Salviedio e Petrone Pac(c)io (hanno dedicato)
questo altare al Fucino».